Descrizione
PRESENTAZIONE
È questo solo una capitolo, il primo, di una progettata Storia linguistica della Sicilia che Piccitto non scrisse. Ma è un capitolo di notevole interesse, che merita di essere reso noto agli studiosi, per l’originalità dell’impianto. Piccitto, infatti, ancor prima di entrare nel vivo del problema della formazione del siciliano che già negli anni Sessanta del secolo passato si dibatteva tra gli studiosi, ci offre proprio in questo capitolo, primo e unico, una rassegna critica degli studi sul siciliano dovuti ai trattatisti, agli storici e i lessicografi siciliani che dal Cinquecento in poi (pur senza trascurare Dante, da cui prende le mosse) si sono posti il problema delle origini del siciliano.
Nel panorama degli studi sulla storia linguistica della Sicilia – oggi assai progrediti – non esiste un lavoro come questo di Piccitto – introduttivo a quanto si sarebbe scritto e fatto nei decenni successivi – nel quale si analizzano le opinioni degli studiosi dei secoli passati con abbondanza di riferimenti e con l’utilizzo di fonti non sempre di facile reperimento. Un lavoro di grande utilità che si ferma ai lessicografi del Settecento (Del Bono, Vinci, Pasqualino), ma che si pone come stimolo per gli studiosi a continuare la “rassegna” iniziata da Piccitto fino ai nostri giorni e a realizzare una completa storia linguistica della Sicilia, nella quale si affronti non solo il problema – esclusivamente linguistico – della formazione del siciliano, ma che “legga”, come fa Piccitto, le motivazioni ideologiche sottese a ogni teoria in ordine alla formazione di una lingua. […]