L’etimologia del sostantivo “falaru” (grembiule).

QUESITO

da Giancarlo Di Pasquale

Salve, vorrei sapere, cortesemente, qual è l'etimologia del sostantivo "falaru" (grembiule).

 

LA NOSTRA RISPOSTA

di Giovanni Ruffino

Egregio Signore Di Pasquale, Le trasmettiamo la voce fauda del Vocabolario storico-etimologico del siciliano di Alberto Varvaro.

fauda s. f. ‘falda (di montagna; di cappello); grembo; coda (della veste; del mulo); lembo’ (1373 nel 1o senso), prestito, portato in Sicilia dalle migrazioni galloit., di una parola di area lig., piem., prov., cat., sp., di origine germ., probabilm. got.; alcuni dei numerosi der. sono pur essi prestiti, altri formazioni locali.

(1) ‘falda della montagna, del cappello, ecc.’: 1373: ≪Getsemani... esti postu a li faudi di munti Olivetu≫ (Spos Matteo 166.19); 1754 dBono 1, 357 ‘falda (del cappello, della montagna’. Per fauda di la muntagna cfr. Giuffrida 51. Poi da Dr 167 in poi. Cfr. Caracausi DizOn 573 e 588.

(2) ‘falda, lembo della veste’: 1383 Messina: ≪nulla mulier... audeat portare vayros sive armenias in fimbreis seu faudis seu super tunicalium≫ (LanzaGioielli 204); 1478 Noto: ≪coyraciam unam magnam factam ad fauda fustagni blevi≫ (ASSO 12, 1915, 110); 1480 Catania: ≪sutta l’ali divini et l’alti faudi / a saturitati perfetta et complita≫ (Poesie m.209.4); 1497: ≪quatru faudi minati≫ (ASSO 12, 1915, 116); 1519: ≪fauda comu di dona: gremium; f.: sinus, iacinia; f. di magla: ceneom loricatum; f. comu cuda di vesti: syrma; f. comu di mula: cauda≫ (Scobar 42v); 1551 Siracusa: ≪dui faldi di stuppa≫ e ≪una fauda con sua corduni≫ (ASSO 13, 1916, 190); Dr l.c.; f ino a VS 2, 38.

(3) ‘grembo’: questo significato è registrato solo in loc. come aviri na cosa ntra li faudi (già in dBono 1, 357), ma cfr. pant. fauda ‘grembo’ (Pellegrini 176).

(4) ‘parte dell’armatura’: 1384 Palermo: ≪falda una de magla≫ (ASSir s. 3, 15, 2001, 70, tra armi); 1511 Catania: ≪dui faldi di magla di finissimo aczaro≫ (ASSO 26, 1930, 117; e una armatura); 1519: ≪fauda di magla: ceneom loricatum≫ (Scobar 42v).

(4) ‘coda (di animale)’: 1519: ≪fauda comu di mula: cauda≫ (Scobar 42v); ‘carne attorno al ventre’: 1754 dBono 1, 357; Pasq 2, 114 precisa: ‘degli animali’; VS l.c. – Var.: falla, che Salvioni, RIL 41, 1908, 887 riporta come ‘grembiule’ (cosi in effetti a Caltanissetta, ATrP 14, 1895, 503; cfr. fallareḍḍa ‘piccola pezza per coprire le pudenda durante il lavoro dei zolfatari’ Castiglione 64), ma in TrV 169 e ‘grembo’ (e cosi in AIS 1, 129 P. 844, Villalba) ed in genere come sinon. di f.; cfr. VS 2, 12; faura e registrata da Tr 391; TrV 17; VS 2, 39. – Vanno registrate qui alcune forme Farda 2 omofone di → farda1; VDom 47 lo dà per ‘tesa (del cappello)’ e BiunV 91 registra farda di lardu ‘tutto un lato dell’animale consistente nella cute e nel grasso’ (la defin. a 196, s.v. lardu). Cfr. piazz. farda e fauda ‘falda’ (Roccella 119-20); aid id. (Raccuglia 154).

Fig. 27 Donne nel costume di Borgetto (PA), con fadedda e fadali

Cfr. cal. fauda, fadda ‘falda, lembo della veste; parte della sopraveste che scende dalla cintura fin presso al ginocchio; tesa del cappello; grembiale; gonna; fascia, cencio di cucina; costa di monte’ (NDDC 259); nap. fauda ‘falda (della montagna)’ (D’Ambra 175; Andreoli 154 s.v. farda dice: ‘del cappello, della montagna, dell’arpione’); irp. Farda ‘falda, tesa’ (Nittoli 99); bit., rub., andr., fogg. e abr. falde ‘tesa (del cappello)’ (cfr. Saracino 174; Di Terlizzi 50; Cotugno 51, che aggiunge ‘della camicia’; Villani 38; Giammarco 752). Come si vede, il senso diffuso nei dial. merid. e quello relativam. recente di ‘tesa’, certo italianismo (in it. ‘tesa del cappello’ e av. 1613: DELI2 556), come accade in sardo (DES 1, 503a). Quanto al senso ‘grembo’, da AIS 1, 129 esso risulta comune al piem. (più il solo P. 184 in Liguria) ed al sic. (P. 826, 846 e 875; per Villalba cfr. sopra), ma anticam. è già documentato in gen. (faoda ‘grembo’: Flechia, AGl 8, 1882-85, 353), e in ant. prov. dal sec. XIII (FEW 15/2, 99b), in cat. da Llull (DCVB 5, 710a), in sp. da Juan Manuel (DCELC2 2, 838b). It. falda ‘lembo’ (a parte attestazioni lat. a Piacenza nel sec. XIII, a Modena e Verona nel sec. XIV, a Verona e a Faenza nel sec. XV [SellaEm 138 e SellaIt 229-30], delle quali bisognerebbe precisare il senso) e del sec. XIV (DELI2 l.c.); per i raffronti fr. merid., cat., sp. e port. cfr. FEW 15/2, 102. La base ultima e senza dubbio germ., probabilm. got. o long., *falda (cfr. Gioeni 113; BertoniGerm 114; REW 3160; FEW 15/2, 101-3; DCELC2 l.c.; DEI 1586-7;  VarvaroNormannismi 6 n21; DELI2 l.c.); la distribuzione areale (it. sett., prov., cat., sp.) rende verosimile che la parola sia venuta in Sicilia con la colonizzazione galloit. Il senso militare registrato da Scobar e apparso in lat. a Bologna nel 1274 (SellaEm 138; l’es. del 1348 di SellaIt 232 s.v. fauda e quelli posteriori [ib. 229 s.v. falda] sono avignonesi), in it. nel 1331 ca. (Batt 5, 588c), in prov. (1344 ca.), in fr. (1474), in cat. (sec. XIV; per tutti cfr. FEW 15/2, 102a). Il valore ‘falda della montagna’ e in Italia da av. 1348 (DELI2 l.c.), ma e anche prov. (1359: FEW 15/2, 101b), cat. (sec. XV: DCVB 5, 710a), sp. (sec. XVII: EncId 1954), port. (sec. XVII: Morais 5, 80b). Anche per ‘carne attorno al ventre’ troviamo il parallelo di malt. falda (Aquilina 300 e Borg 124, come italianismo), it. falda ‘carne attaccata alla lombata e alla coscia’ (’800: Batt 5, 588c), di qualche forma dial. prov. (FEW 15/2, 100a), del cat. Di Barcellona (DCVB l.c.), dello sp. (sec. XVII: EncId l.c.). Solo il senso ‘coda (di animale)’ pare evoluzione specifi cam. sic. Le forme farda sono dovute senza dubbio ad incrocio con → farda1, per la vicinanza semantica; ciò non autorizza a confondere le due voci, tanto più che la documentazione offre due serie cronologiche parallele ma distinte. La forma dei dial. sic. centr. falla era spiegata da Salvioni l.c. da falda per assimilazione -ld- > -ll-, assieme a callu ‘caldo’ e faddacca ‘costiera’; qui pero si ha come implicazione che in Sicilia deve essere pervenuta la forma con -ld- (non -ud-), mai attestata documentalm.

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