Bollettino n. 31 / 2020

 

 

 

AUTORE |  
TITOLO |   Bollettino n. 31
Curatore |  
collana |   Bollettino CSFLS
anno |
pagine |
ISSN |
2020
300
0577-277X
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* disponibilità |
  € 35,00
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SOMMARIO

Nel trentesimo anniversario della scomparsa, questo numero del Bollettino è dedicato al ricordo di Giuseppe Cusimano, che ne è stato a lungo Direttore

INDICE Marco Maggiore – Daniele Arnesano, La formula matrimoniale del codice Hunter 475: il testo più antico in volgare siciliano? – Ferdinando Raffaele, Scritture esposte in volgare siciliano. V. Le didascalie del San Lorenzo e storie del suo martirio nella chiesa di Sant’Antonio Abate a Monterosso Almo (RG). – Laura Sciascia, Otto uomini a cavallo. Catalani e Guasconi nella Sicilia dei Trastamara. – Francesco Carapezza – Gianluca Vecchio, Un nuovo manoscritto di canzoni siciliane con ottave inedite attribuite ad Antonio Veneziano. – Rosanna Sornicola, Processi di pluralizzazione in siciliano: classi flessive, stampi prosodici e rappresentazioni morfologiche. – Roberto Sottile, “Tirare al selvatico”: modalità. Una voce del Vocabolario-Atlante delle pratiche venatorie siciliane. – Vincenzo Pinello, “In quelle montagne lì parlano dialetto”. Deissi e funzioni deittiche nei discorsi sulla differenza linguistica: i dati dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). – Giuseppe noto, «Ma il professore giaceva sotto grave mora di rosticci». Su Purg. 3, Sciascia e dintorni.

Redazione Salvatore Arcidiacono, Tecla Chiarenza, Aldo Fichera, Anael Intelisano, Ferdinando Raffaele, Fiorenza Tomarchio

 

RIASSUNTI / ABSTRACT

Marco Maggiore – Daniele Arnesano, La formula matrimoniale del codice Hunter 475: il testo più antico in volgare siciliano?

Il manoscritto Glasgow, University Library, Hunter 475, è un evangeliario greco medievale, appartenuto anticamente al monastero del SS. Salvatore di Messina. Il codice conserva, nella sua prima carta, una formula matrimoniale in volgare siciliano scritta in caratteri greci. La formula potrebbe risalire agli anni 1259/1266, durante il regno di Manfredi di Svevia: si tratterebbe in tal caso del più antico testo in volgare siciliano giuntoci in veste presumibilmente originale. L’articolo propone la prima edizione della formula corredata di un profilo linguistico e di un capitolo di analisi paleografica.

The manuscript Glasgow, University Library, Hunter 475 is a medieval Byzantine Gospel book, previously belonging to the monastery of San Salvatore in Messina. The book holds in its very first page an Old Sicilian wedding ritual formula, written in Greek alphabet. This text may date to the years 1259/1266, during the reign of Manfred of Sicily, hence being the oldest known Sicilian text. The paper provides the first critical edition of the formula, a linguistic analysis, and a paleographic description.

Ferdinando Raffaele, Scritture esposte in volgare siciliano. V. Le didascalie del San Lorenzo e storie del suo martirio nella chiesa di Sant’Antonio Abate a Monterosso Almo (RG)

Proseguendo precedenti ricerche sulle scritture esposte in volgare siciliano, l’articolo esamina le didascalie che corredano le «storiette» di un dipinto raffigurante San Lorenzo martire, custodito presso la chiesa di Sant’Antonio Abate a Monterosso Almo (RG). Dopo avere preliminarmente vagliato i contenuti della pittura, si procede alla rextitutio textus, all’esame linguistico delle scritture e alla messa a fuoco del loro rapporto con la figurazione del dipinto e con le fonti letterarie della legenda laurenziana. I testi sono databili al 1525 – ricadono dunque in un periodo in cui nell’uso scritto si registra il progressivo passaggio dal volgare siciliano a quello toscano – e denotano una salda facies linguistica siciliana, connotata peraltro dal primo manifestarsi di tratti che risulteranno vitali nel dialetto odierno.

On the basis of previous research into inscriptions in Sicilian vernacular, this article examines the captions in Sicilian vernacular which accompany the “little tales” of a picture dedicated to Saint Lawrence martyr, in the church of Saint Antony the Abbot in Monterosso Almo (RG). After reviewing the content of the painting, the article moves on to the restitutio textus and the linguistic analysis of the captions; it also focuses on the relationship between the written text, the image, and the literary sources of Saint Lawrence’s legenda. The texts date back to 1525 – a period when the transition from the Sicilian to the Tuscan vernacular occurs – and present a well-preserved Sicilian linguistic facies, connoted moreover by the first appearance of traits that will be vital in today’s dialect.

Laura Sciascia, Otto uomini a cavallo. Catalani e Guasconi nella Sicilia dei Trastamara

Un efferato omicidio, perpetrato nelle campagne di Palermo durante la mietitura, rivela la violenza dell’occupazione catalana dopo la restaurazione monarchica aragonese. A denunciare il fatto un notaio, figlio della vittima.

A heinous murder, perpetrated in the countryside of Palermo during the harvest, discloses the violence of the Catalan occupation after the Aragonese monarchical restoration. A notary, the son of the victim, denounced the fact.

Francesco Carapezza – Gianluca Vecchio, Un nuovo manoscritto di canzoni siciliane con ottave inedite attribuite ad Antonio Veneziano

Si presenta una nuova antologia manoscritta di canzoni siciliane, conservata a Catania presso un privato e databile intorno al 1600, che contiene una cospicua sezione di più di cinquanta ‘ottave’ intestate a vari autori accanto a 349 canzuni in massima parte adespote. Il manoscritto fu donato da un certo Lelio, da identificare probabilmente con Lelio Pavese (ob. 1608), a Paolo Pozzobonelli (1572-1630), entrambi nobili savonesi. Nel segmento finale del manoscritto si rinviene una pregevole serie di ventidue ottave encomiastiche e di prigionia attribuite ad Antonio Veneziano “carcerato” e indirizzate a Francesco Santapau, principe di Butera, tra il 1588 e il 1590: se ne dà l’edizione commentata e si discute l’attribuzione, da ritenere attendibile sulla base di argomenti storici e filologici.

We present a new manuscript anthology of Sicilian canzuni now preserved in Catania in a private collection and dating back to around 1600. It contains a large section of more than fifty ottave attributed to various authors, alongside 349 mostly anonymous canzuni. The manuscript was given by a certain Lelio, presumably Lelio Pavese (ob. 1608), to Paolo Pozzobonelli (1572-1630), both cultivated noblemen from Savona. The last section of the manuscript contains the transcription of a valuable series of twenty-two octaves of praise and imprisonment attributed to Antonio Veneziano and addressed to Francesco Santapau, prince of Butera, between 1588 and 1590. We present a commented edition of them, arguing that the attribution is to be considered reliable on the grounds of historical and philological arguments.

Rosanna Sornicola, Processi di pluralizzazione in siciliano: classi flessive, stampi prosodici e rappresentazioni morfologiche

Questo lavoro esamina in prospettiva sincronica e diacronica la morfologia del Plurale di alcune classi di nomi del siciliano: (1) i nomi che al sing. hanno la forma flessiva –e al pl. –o –e talora –ira (-ura), e (2) i nomi con varia suffissazione (- àru, –túri, –úni), che presentano con elevata regolarità il pl. in –a. Gli schemi morfologici sono analizzati tenendo conto delle proprietà di Animatezza dei nomi. Due problemi di natura teorica sono posti in via preliminare: la determinazione delle classi flessive e la struttura della categoria di Genere in siciliano. Dopo un riesame critico di alcune spiegazioni avanzate sugli schemi di pluralizzazione, caratterizzati da spiccato polimorfismo e apparente irregolarità, si presentano i risultati di una inchiesta condotta su otto informatori di diversa area, che ha avuto lo scopo di elicitare le forme del plurale di una lista di lessemi che appartengono alle classi flessive considerate. In base ai dati ottenuti emerge che nelle varietà del siciliano moderno esistono processi flessivi piuttosto regolari che differenziano i lessemi a struttura bisillabica da quelli a struttura tri- e tetrasillabica e, all’interno di questo gruppo, i lessemi parossitoni rispetto ai proparossitoni. Una delle tesi centrali qui sviluppate è che alcune proprietà prosodiche giocano un ruolo rilevante nella selezione dei morfi del Plurale. nella sincronia odierna, tali proprietà si possono rappresentare attraverso stampi di morfologia prosodica, cioè coppie di proprietà fonologico-prosodiche e di flessione di numero, che caratterizzano i processi di pluralizzazione. Le risposte ottenute per i lessemi esaminati sono state confrontate con i dati disponibili per i medesimi lessemi in siciliano antico: Ciò permette: a) di individuare gruppi di lessemi con diverse caratteristiche in diacronia; b) di desumere che la sensibile diffusione di –a, uno dei morfi flessivi di plurale, sia presumibilmente in siciliano un fenomeno successivo al XIV-XV secolo e che in tale diffusione le caratteristiche prosodiche siano state fondamentali. Il lavoro si conclude con delle considerazioni sulla rappresentazione delle classi flessive del siciliano, di cui si propone un modello tassonomico, e con una discussione sulla categoria di Genere del siciliano, per la quale si avanza la nozione di “neutro latente”.

This paper deals with the morphology of the plurals of some Sicilian noun classes in both a synchronic and a diachronic perspective: (1) the nouns with the ending –in the singular and the endings –/ –/ –ira (-ura) in the plural; (2) the nouns with various suffixes (-àru, –túri, –úni), which almost regularly show the ending –in the plural. These morphological patterns are considered also taking into account the Animacy features of the nouns. Two theoretical problems are preliminarily posed, i.e. the partition of the inflectional classes and the structure of the category of Gender in Sicilian. After a critical survey of some explanations of the patterns of plurals that are highly polymorphic and apparently irregular, the results of an investigation based on interviews to eight native speakers from various areas are presented. The interviews were structured asking the speakers to supply the forms of the plural of a list of words representing the noun classes mentioned above. The results are the following: 1) in modern varieties of Sicilian there are rather regular inflectional processes that differentiate bysillabic from tri- and tetrasyllabic words; 2) tri- and tetrasyllabic words behave in different ways according to their property of being paroxyton or proparoxyton; 3) some prosodic properties are highly relevant to the selection of the morphs of plural; for the synchronic state of contemporary Sicilian they can be represented by means of morphologic-prosodic templates, i.e. pairs of a) phonologic-prosodic properties, and b) inflectional features of number. These pairs characterise the formation of plurals. The data obtained from the informants have been compared with the data available for Old Sicilian. This comparison brings to light the following results: a) there are groups of words with different developments in diachrony; b) the outstanding spreading of one of the inflectional morphs of plural, i.e. –a, is a phenomenon that presumably took place after the XIV-XV centuries; c) the prosodic features of the words are likely to have been crucial to its spreading. Finally, some considerations are put forward that concern the partition of the inflectional classes of Sicilian, for which a taxonomy is proposed. A discussion on Gender in Sicilian is presented, for which the notion of “Latent neuter” is proposed.

Roberto Sottile, “Tirare al selvatico”: modalità. Una voce del Vocabolario-Atlante delle pratiche venatorie siciliane

Viene presentato un saggio di voce del Vocabolario-atlante delle pratiche venatorie siciliane, secondo il modello elaborato in seno all’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). Con una nuova messe di dati e tenendo conto del modello di voce elaborato per il Vocabolario-atlante, in questo contributo, che vuole essere un ideale ampliamento della voce sparari pubblicata nel 1980 da Giovanni Ruffino in questo stesso Bollettino, sono prese in esame le numerose locuzioni venatorie relative alle modalità di ‘tirare al selvatico’, concetto che nel lessico venatorio siciliano è generalmente espresso con il tipo sparari.

A sample of the entry of the Vocabolario-atlante delle pratiche venatorie siciliane is presented, according to the model developed within the Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). With a new set of data, and taking into account the entry model elaborated for the Vocabolario-atlante, in this paper, which aims to be an ideal extension of the entry sparari published in 1980 by Giovanni Ruffino in this same Bollettino, the numerous hunting locutions related to the modality of ‘shooting at the wild’ are examined, a concept which in the Sicilian hunting lexicon is generally expressed with the type sparari.

Vincenzo Pinello, “In quelle montagne lì parlano dialetto”. Deissi e funzioni deittiche nei discorsi sulla differenza linguistica: i dati dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS)

Tema del contributo, che si articola in tre sezioni, è la deissi nel corpus dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). nella prima sezione, dopo un breve resoconto sui precedenti studi ALS sulla deissi, viene descritta la rete dei centri d’inchiesta (“rete pilota”) e vengono illustrate domande-input del questionario e composizione del corpus dati. La seconda sezione è dedicata all’illustrazione degli strumenti teorici mutuati dalla linguistica cognitiva e, in particolare, dalla semantica della concettualizzazione, per definire sia il quadro teorico della deissi nei discorsi metalinguistici, sia l’apparato metodologico utile all’analisi e all’interpretazione. I dati costituiscono il focus della terza sezione, in cui vengono illustrate le modalità e le tipologie deittiche rilevate nel corpus. Questa parte si apre con l’esplicitazione degli strumenti teorici ALS utilizzati per l’analisi e l’interpretazione e sulle ragioni dell’importanza della deissi in seno al corpus. Vengono illustrate e discusse le variabili complesse collegate funzionalmente con le tipologie deittiche individuate.

The theme of this paper, which is divided into three sections, is deixis in the corpus of the Atlante Linguistico della Sicilia (ALS). In the first section, after a brief account of previous ALS studies on deixis, the network of survey centres (“pilot network”) is described, questionnaire input questions and the composition of the data corpus are illustrated. The second section is devoted to the illustration of the theoretical tools borrowed from cognitive linguistics and, in particular, from the semantics of conceptualization in order to define both the theoretical framework of deixis in metalinguistic discourse and the methodological apparatus useful for analysis and interpretation. The data constitute the focus of the third section, in which the deictic modes and typologies detected in the corpus are illustrated. This section opens with an explanation of the ALS theoretical tools used for analysis and interpretation and the reasons for the importance of deixis within the corpus. The complex variables functionally related to the detected deictic types are illustrated and discussed.

Giuseppe Noto, «Ma il professore giaceva sotto grave mora di rosticci». Su Purg. 3, Sciascia e dintorni

L’intervento si interroga su come proporre oggi ai giovani nella Scuola e nell’Università la poesia della Commedia e, più in generale, la lettura di testi letterari (e dunque complessi) del passato; e indica come strada maestra la dialettica attualizzazione/storicizzazione. In questa prospettiva, si presenta l’analisi di un episodio particolare della ricezione contemporanea del Manfredi di Sicilia dantesco Attraverso l’analisi della presenza intertestuale di Dante in A ciascuno il suo (in particolare, ma non solo, per quanto riguarda l’espressione “sotto grave mora”), si propone una nuova interpretazione complessiva del romanzo e del suo finale.

The paper examines how to introduce the poetry of the Commedia and, more generally, the reading of literary (and therefore complex) texts from the past to young people in schools and universities nowadays, and points to the dialectic of actualisation/historicalisation as the main road to follow. In this perspective, the analysis of a particular episode in the contemporary reception of Dante’s Manfredi di Sicilia is presented. Through the analysis of Dante’s intertextual presence in A ciascuno il suo (in particular, but not only, with regard to the expression “sotto grave mora”), a new overall interpretation of the novel and its ending is proposed.

 

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