il progetto
1. Il progetto dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS) venne presentato da Giovanni Ruffino nel 1989 in occasione del XIX Congresso Internazionale di Linguistica e Filologia Romanza di Santiago de Compostela (1). Gia allora era prevista una «duplice articolazione all’interno di un progetto unitario, e dunque la integrazione di atlante “orizzontale” (diatopico) e analisi “verticale” della variabilità» al fine di costruire «uno strumento che, alle soglie del Duemila, potesse documentare, attraverso un’ottica integrata, la condizione del dialetto (dallo stadio più arcaico sino ai livelli più spinti di italianizzazione), le attuali linee di tendenza e le dinamiche del cambiamento in chiave areale e diastratica». Tale obiettivo comportò diverse modalità di approccio, una pluralità di reti di rilevamento (rete sociovariazionale, reti etnodialettali) e di questionari.
2. Per la Sezione socio variazionale, dopo il collaudo del Questionario finalizzato a cogliere il settore di contiguità/interferenza fra dialetto e italiano, e dopo la costruzione del campione e la individuazione degli oltre 50 punti di rilevamento (2), è stato possibile rivolgere una particolare attenzione alle varietà diastratiche, con particolare riguardo alle differenze fra parlanti con “prima lingua dialetto” vs parlanti con “prima lingua italiano”. Pensare a un atlante del repertorio ha significato inoltre guardare non solo ai dati linguistici, ma anche a quelli metalinguistici, alle rappresentazioni e alle immagini delle lingue e delle varietà che attraversano la Sicilia contemporanea.
Le analisi fanno riferimento non solo ai punti linguistici, ma anche a aree o microaree con un elevato tasso di omogeneità sociale e linguistica. Tali aree linguistiche minime sono analizzate e messe a confronto con i singoli punti e con le altre microaree. Questa scelta si fonda su un ulteriore parametro della variabilità (che si potrebbe definire della variazione diareale) che oppone aree (o microaree) dinamiche ad altre recessive. Questo nuovo punto di osservazione si fonda su una serie di indicatori che consentono una nuova lettura della realtà sociolinguistica siciliana.
L’unità di base del campionamento è la famiglia, intesa come sequenze generazionali attraversate da processi di trasmissione culturale e linguistica. All’interno di ogni punto (o microarea) vengono indagate diverse tipologie di nuclei familiari costituiti da tre generazioni. In ogni nucleo si riflette la complessità linguistico-sociale del punto, tenendo conto anche delle variabili “istruzione” e “prima lingua”. Ecco lo schema del campione per ciascuno degli oltre 50 punti esplorati.
Istruzione Bassa = da analfabeta a licenza elementare compresa
Istruzione Media = da 1ª media ad alcuni anni di superiore
Istruzione Alta = Diploma o Laurea
Ai quindici informatori così selezionati vengono aggiunti anche due adolescenti estranei alle cinque famiglie: il primo ha genitori con L1 dialetto e si è fermato alla scuola dell’obbligo; il secondo ha genitori con L1 italiano e ha proseguito gli studi dopo la licenza media.
3. Durante la fase della messa a punto delle strategie di rilevamento e delle tecniche di archiviazione, analisi e rappresentazione dei dati sociovariazionali, si è parallelamente delineato e consolidato un rinnovato assetto della sezione etnodialettale, basato su nuovi modelli di rappresentazione dei materiali raccolti: non soltanto in forma di atlante (inteso unicamente come serie di carte linguistiche), ma anche come vocabolario-atlante (3).
Una organizzazione flessibile era già insita nell’idea progettuale iniziale. Non si poteva non tener conto, infatti, da una parte dei nuovi contesti linguistici e delle novità metodologiche (inchiesta-conversazione, raccolta di etnotesti, supporti informatici), dall’altra della necessità di organizzare meglio in moduli definiti e in qualche modo conclusi, gli stadi di avanzamento del progetto, anche per rimediare al rischio di repentine interruzioni. Da queste nuove esigenze emerge la seguente articolazione progettuale:
Un primo riuscito esperimento di rappresentazione multifunzionale, ha riguardato (nell’ambito del modulo dei giochi fanciulleschi) il campo semantico della TROTTOLA (4) descritto attraverso:
a. un lessico alfabetico di impianto diatopico (circa 200 punti rappresentati);
b. un volume contenente gli etnotesti, i dati relativi ai rilevamenti etnodialettali e la documentazione etnografica;
c. undici carte onomasiologiche e geo-etnografiche su vari concetti concernenti il gioco (il sibilo prodotto dalla trottola; la funicella con la quale si avvolge, ecc.);
d. un cd-rom contenente una pioneristica carta “parlante” (visualizza) e vari altri materiali multimediali.
Presentano un livello più avanzato di elaborazione alcuni concetti venatori e alimentari, proposti in una serie di exempla di vocabolario-atlante (5).
Se consideriamo, ad esempio, il concetto coniglio selvatico non ancora adulto, che rientra nel Vocabolario-atlante delle pratiche venatorie in Sicilia, risulta evidente lo scarto quantitativo tra i dati della carta 1120 dell’AIS (4 tipi lessicali) e quelli ALS (22 tipi lessicali interamente cartografati). Il saggio contiene, infatti, a integrazione del lessico alfabetico (raccolto in oltre 200 punti e corredato di etnotesti e commento etimologico ed etnografico), una serie di carte geolinguistiche.
Si è anche rivelato particolarmente istruttivo – e sicuramente un buon tirocinio in preparazione del Vocabolario-atlante della cultura alimentare – il caso delle farinate, dei pani devozionali (6), delle focacce (7). Va detto a tale riguardo che per i dati della cultura alimentare non sempre i semplici materiali atlantistici risultano idonei a tracciare quadri esaurienti e coerenti.
Nell’atlantistica, ben più che nella lessicografia di impianto diatopico, i problemi e le difficoltà dell’inchiesta dialettologica sulle pratiche alimentari dipendono più che mai da forme estreme di variazione le quali, da una diffusione comunitaria relativamente omogenea, possono raggiungere livelli di micro-variazione familiare se non addirittura individuale. Inoltre, sull’asse diacronico degli usi alimentari e delle pratiche gastronomiche, c’è da una parte la documentazione dei “piatti bandiera” di singole comunità, quindi delle persistenze sino al recupero delle pratiche prossime a scomparire; sull’altro versante la considerazione delle più audaci soluzioni innovative.
In condizioni di così spinta variabilità, sono state adottate strategie di rilevamento, di documentazione e rappresentazione del dato che corrispondono alla particolare complessità dell’oggetto d’indagine. Per essere più precisi, la strategia di rilevamento si è fondata su questionari a risposte aperte (idonee alla raccolta di etnotesti), e non soltanto onomasiologiche, ma anche semasiologiche (che partono dal dato culturale più che dal concetto generale).
Sul piano della documentazione è stato concepito, dunque, uno strumento-atlante come archivio multifunzionale, così organizzato:
Come auspicava Corrado Grassi in un saggio del 1979, si tratta di una formula nuova che riunisce i vantaggi che dizionari dialettali e atlanti sono in grado di assicurare. Al di là delle formule, la strada per una feconda integrazione di metodi e strumenti è ormai da tempo aperta e può essere utilmente percorsa.
4. Come si è appena visto, le due sezioni, etnodialettale e sociovariazionale, sebbene condividano la comune finalità di documentare la variabilità in seno al patrimonio linguistico dell’Isola, perseguono obiettivi di ricerca non sovrapponibili. Di conseguenza, nel corso degli anni hanno sviluppato strumenti di analisi in parte diversi, in ragione dei rispettivi campi di azione. Al tempo stesso, tuttavia, non è mai venuto meno il confronto sul piano delle scelte teoriche e metodologiche di fondo, che sono state costantemente oggetto di discussione comune. La fase attuale del lavoro si concentra su due ulteriori aspetti:
1) la trascrizione dei materiali sonori attraverso l’uso di software e procedure che ne consentono l’allineamento temporale con il rispettivo segnale acustico;
2) l’annotazione sulla base di modelli e schemi interpretativi formalizzati in XML (Exstensible Markup Language). L’allineamento tra rappresentazione grafica e segnale acustico consentirà di non perdere il collegamento immediato tra il testo trascritto e il corrispettivo documento sonoro.
Una volta conclusa anche questa parte del lavoro, si passerà alla delicata fase dell’interrogazione e della restituzione dei dati sotto varie forme: la banca dati di un grande atlante linguistico intesa come un laboratorio che, una volta edificato, viene consegnato all’intera comunità (non solo scientifica) che lo utilizzerà in forme e per scopi anche non previsti in partenza.
NOTE BIBLIOGRAFICHE
1. G. Ruffino, Linee di discussione e ipotesi di lavoro per l’Atlante Linguistico della Sicilia, in Actas do XIX Congreso Internacional de Lingüística e Filoloxía Románicas (1989), VIII, A Coruña 1996, pp. 649-682; Il progetto dell’Atlante Linguistico della Sicilia (ALS) nel quadro dell’attuale geolinguistica regionale italiana, in Neue Wege der romanischen Geolinguistik, a cura di E. Radtke e H. Thun, Westense Verlag, Heidelberg-Mainz 1996, pp. 113-133.
2. G. Ruffino, Percorsi di geografia linguistica. Idee per un atlante siciliano della cultura dialettale e dell’italiano regionale, Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Materiali e ricerche dell’ALS, 1), Palermo 1995; M. D’Agostino / G. Ruffino, I rilevamenti socio variazionali. Linee progettuali, Palermo, Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Materiali e ricerche dell’ALS, 16), Palermo 2005.
3. G. Ruffino, Vocabolari dialettali e atlanti linguistici. Per una rinnovata integrazione di metodi e prospettive, in La variazione nell’italiano e nella sua storia. Varietà e varianti linguistiche e testuali. Atti dell’XI Congresso SILFI (Napoli, 5-7 ottobre 2010), a cura di P. Bianchi, N. De Blasi, C. De Caprio, F. Montuori, Cesati Ed. 2012, Firenze, pp. 709-725.
4. G. Ruffino (a cura di), I nomi della trottola e la memoria del gioco, Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Materiali e ricerche dell’ALS, 6), Palermo 1997.
5. G. Ruffino / L. Bonura / M. Burgio / M. Castiglione / V. Matranga / G. Rizzo / R. Sottile, Vocabolario-Atlante della cultura dialettale. Articoli di saggio, Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Materiali e ricerche dell’ALS, 23), Palermo 2009.
6. G. Ruffino, I pani di pasqua in Sicilia. Saggio di geografia linguistica e etnografia, Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Materiali e ricerche dell’ALS, 2), Palermo 1995.
7. V. Matranga, Concetti alimentari complessi e sistemi nominali in geografia linguistica. Le focacce siciliane, Centro di studi filologici e linguistici siciliani (Materiali e ricerche dell’ALS, 30), Palermo 2011.